La poesia di Yoko Ono. I riflessi lucenti di Anish Kapoor. Le provocazioni di Marina Abramovic (si è mai vista una tazzina con un buco?). E poi il Terzo Paradiso, versione “ristretta”, di Michelangelo Pistoletto. Ma quante arte può entrare in una tazzina di caffè?È con una grande mostra nei giorni della 59/a Esposizione Internazionale d’arte di Venezia, che le illy Art Collection festeggiano i loro primi trent’anni.
Tre decenni, in cui le iconiche tazzine hanno saputo trasformare un oggetto quotidiano in una tela bianca sulla quale si sono cimentati Maestri di fama internazionale. “Era il 1991 quando Ernesto Illy scrisse un brief di addirittura 51 pagine in cui descriveva la tazzina perfetta”, racconta all’ANSA la Ceo di illycaffè, Cristina Scocchia – Chiamò poi Matteo Thun a realizzare la prima, quella bianca con il logo rosso che tutti conosciamo. Ma non ci siamo voluti fermare lì: l’abbiamo offerta ai più grandi artisti contemporanei proprio come fosse una tela” dando vita a uno speciale e unico matrimonio tra “bello” e “buono”.Nella serra dei Giardini reali di Venezia fino al 30 giugno, la mostra svela 114 collezioni e 459 tazzine diverse, che rappresentano una delle più grandi raccolte d’arte contemporanea, sin da quel primo esemplare bianco disegnato da Matteo Thun.
“Ognuna di queste creazioni – sorride la Ceo – racconta una storia, un’avventura, una creatività diversa. La mia preferita? Quella di Marina Abramovich per la 50/a Edizione della Barcolana”. Oggi la galleria si arricchisce di una nuova illy Art Collection disegnata da sei artisti, di età, stili e provenienze diversissime, selezionati dalla curatrice Cecillia Alemani fra quelli che espongono le loro opere all’interno della Biennale Arte 2022. Si tratta di Felipe Baeza, Giulia Cenci, Precious Okoyomon, Alexandra Pirici, Aki Sasamoto, Cecilia Vicuna.
“È sempre una bella sfida trovare l’artista giusto per un progetto specifico – racconta la Alemani all’ANSA – Questo poi è anche un progetto iconico che vanta collaborazioni con importanti artisti. Volevo però anche portare un po’ di poesia alle tazzine e per questo ho scelto artisti che hanno una certa propensione come Cecilia Vicuna e Precious Okoyomon. O altri dotati di una certa ironia, come Aki Sasmoto che ci fa bere quasi cadendo in un vortice. È sempre bello vedere cosa riescono a realizzare anche in una dimensione così piccola”. La mostra diventerà poi cornice di una serie di dialoghi fra artisti, curatori e mecenati.“In questi ultimi due anni, difficilissimi, la Biennale ha dimostrato di saper reagire – commenta il presidente Roberto Cicutto – Già nel 2020 siamo riusciti a presentare la Mostra del cinema come la Biennale di Musica, Teatro e Danza. L’anno scorso, quella di architettura. Queste imprese riescono grazie alle persone che vi lavorano e grazie a chi ci sostiene. È vero, la Biennale non produce, mostra, ma sempre più accogliamo mecenati che vogliono diventi luogo anche di creazione. Anche quest’anno – aggiunge – abbiamo aperto in un momento terribile, ma che rende ancora più importante il dialogo dei popoli attraverso le arti e la cultura”.Ma la grande festa di illy prosegue.
“Quest’anno vogliamo festeggiare il trentennale della tazzina illy anche al Salone del mobile – anticipa Scocchia – Lì celebreremo Matteo Thun e la sua creazione iconica e perfetta con un libro che raccoglie tutte le 114 illy Art Collection di questi trent’anni”. (ANSA)
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