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Carla Fracci regina leggendaria della danza mondiale è morta nella sua casa di Milano

È “con commozione” che la Scala annuncia la morte di Carla Fracci avvenuta oggi nella sua casa di Milano. ‘Il Teatro, la città, la danza – spiegano da Piermarini- perdono una figura storica, leggendaria, che ha lasciato un segno fortissimo nella nostra identità e ha dato un contributo fondamentale al prestigio della cultura italiana nel mondo.” 

Carla Fracci durante la prima puntata del programma Rai “Domenica In” negli studi di Cinecittà, 15 ottobre 2017. ANSA/ANGELO CARCONI

Nata nel 1936 a Milano, costruì la parte centrale della sua carriera studiando nella scuola di ballo della Scala, di cui poi ne diventò étoile. Al teatro era rimasta (con qualche alto e basso) sempre legata, tanto che il 28 e 29 gennaio scorso aveva tenuto una masterclass con i protagonisti del balletto Giselle andata in streaming sui profili della Scala e disponibile anche su Raiplay. Del 1955 il suo debutto sul palco del Piermarini che era stato un trampolino per i teatri più famosi del mondo. Figlia di un tramviere, cominciò a danzare a 10 anni alla scuola della Scala e ha tra i maestri Vera Volkova, diplomandosi nel 1954 e diventando, seguiti alcuni stage internazionali, prima ballerina tre anni dopo. Eppure l’inizio fu “per caso, su suggerimento di una coppia di amici dei genitori, che avevano un parente orchestrale appunto alla Scala di Milano. All’inizio non capivo il senso degli esercizi ripetuti, del sacrificio, dell’impegno totale mentale e fisico sino al dito mignolo” come raccontava, riferendosi al giorno in cui, affascinata dalla danza di Margot Fonteyn, aveva visto in una pausa il coreografo avvicinarsi e correggerle la posizione appunto del dito mignolo.

Carla Fracci festeggia i suoi 80 anni danzando al teatro San Carlo di Napoli, 26 Ottobre 2016. ANSA/CESARE ABBATE

Fino agli anni ’70 aveva danzato con varie compagnie straniere, dal London Festival Ballet al Royal Ballet, dallo Stuttgart Ballet al Royal Swedish Ballet, essendo dal 1967 artista ospite dell’American Ballet Theatre. Dagli anni ’80 diresse il corpo di ballo del San Carlo, poi dell’Arena di Verona, infine dell’Opera di Roma, dove era rimasta sino al 2010, fedele anche alla amata attività didattica, di attenzione alle giovani leve. La sua notorietà artistica si legava principalmente alle interpretazioni di ruoli romantici come Giulietta, Swanilda, Francesca da Rimini e soprattutto Giselle, cui aveva dato una moderna impronta personale, con i capelli sciolti e un leggerissimo tutù, danzandola con compagni di gran fama, anche se era quella con Erik Bruhn a essere rimasta indimenticabile, tanto che nel 1969 ne venne realizzato un film. Al suo fianco grandi partner sono stati Rudolf Nureyev, Vladimir Vasiliev, Henning Kronstam, Mikhail Baryshnikov, Amedeo Amodio, Paolo Bortoluzzi.

Carla Fracci durante la presentazione dello “StradiVari Festival”, Milano, 4 luglio 2017. ANSA / MATTEO BAZZI

Una fama sempre crescente, una grande popolarità sempre viva. Non è un caso che a lei dedicò una poesia Eugenio Montale, ‘La danzatrice stanca’, e ancora la fermavano per strada non più per un autografo, ma per un selfie, cui non si sottraeva, sempre presente al suo tempo, piena di vitalità e spirito. (Ansa)

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Tributo a Nureyev a Spoleto

Di solito un gala del genere viene detto un “omaggio”, tuttavia ci sono alcuni artisti, quelli immensi e irraggiungibili, a cui un tributo va ‘pagato’ da altri artisti che sono stati da loro ispirati. Un tributo figurativo, è chiaro, ma cionondimeno un’offerta votiva a colui che è “il Signore della Danza”, come per dire: “Se noi siamo qui e danziamo, è grazie a te”. Ecco il senso del gala internazionale Tributo a Rudolf Nureyev a cura di Daniele Cipriani (fiore all’occhiello, insieme a Les Étoiles, della Daniele Cipriani Entertainment) che va in scena alTeatro Romano di Spoleto (per I Love Spoleto) il 28 luglio alle ore 21.00.

A 80 anni dalla sua nascita – e 25 dalla scomparsa – il ballerino per antonomasia Rudolf Nureyev vive. Vive nella memoria di chi ha visto quei suoi famosi salti, che parevano fermarsi – per qualche interminabile istante – a mezz’aria, e le sue intense interpretazioni che, per la prima volta dopo Nijinsky, resero il danzatore maschile vero protagonista del balletto classico. Vive nell’immaginario degli spettatori giovani che non l’hanno mai visto e per cui Nureyev è, pertanto, un mito, una leggenda. Vive nello meraviglia di chi ha seguito solo le cronache delle sue gesta, teatrali anche nella biografia: fin dalla nascita nel 1938, su un treno della Trans-Siberiana nei pressi del Lago di Baikal, e il cui culmine fu quel famosissimo salto del 1961 con cui il “Tartaro Volante”, in fuga dall’URSS, scavalcò le transenne all’Aeroporto di Parigi per volare verso la libertà dell’Occidente.

Vive nell’ispirazione dei ballerini per i quali la sua siderale bravura, la sua totale dedizione all’arte danza, sono esempi da seguire. Ecco perché stelle internazionali accorreranno a Spoleto per pagare il loro ‘tributo’ a Rudolf Nureyev e condurre gli spettatori di Tributo a Rudolf Nureyev in un viaggio attraverso i ruoli più significative della carriera della sua carriera.

Dal teatro che fu di Nureyev (ai suoi tempi si chiamava Kirov), il Mariinsky di San Pietroburgo, arrivano i ballerini Xander Parish, Maria Khoreva, Anastasia Nuikina e Daria Ionova per danzare Apollo di George Balanchine e un passo a due tratto da Marguerite et Armand di Frederick Ashton che fu cucito addosso a Nureyev e alla sua partner d’elezione, Margot Fonteyn. Ad interpretare Le jeune homme et la Mort di Roland Petit (rimontato da Luigi Bonino), ci saranno Baktiyar Adamzhan (Teatro dell’Opera di Astana, Kazakistan) e Nicoletta Manniétoile del Teatro alla Scala. Dall’Opéra National de Bordeaux arrivano Oleg Rogachev e Marc-Emmanuel Zanoli che interpreteranno il duo maschile Chant du compagnon errant di Maurice Béjart, indimenticabilmente danzato alla creazione da Nureyev con Paolo Bortoluzzi. Né mancheranno a Tributo a Rudolf Nureyev  i momenti di grande virtuosismo che mandavano in visibilio il pubblico di Nureyev: il passo a due che ne rivelò i prodigi, Il Corsaro, qui danzato dalle nuove stelle della Scala, Martina Arduino e Mattia Semperboni, e quello da Don Chisciotte, in cui l’azero Adamzhan avrà accanto la russaTatiana Melnik (prima ballerina all’Opera di Stato Ungherese). Ma anche il passo a due del Cigno Bianco tratto dal Lago dei Cigni (interpretati dai due scaligeri) in cui il Nureyev danseur noble incarnava l’essenza stessa dell’eleganza.

La stella più richiesta dalle maggiori compagnia di danza e dai teatri più celebri, Nureyev fu anche uomo di fine intelligenza e cultura che volle addirittura misurarsi con la direzione d’orchestra; sarà proprio una rara registrazione, diretta da Nureyev, che accompagnerà le raffinate proiezioni multimediali del video artista Massimiliano Siccardi in apertura di Tributo a Rudolf Nureyev.

Profondamente legato all’Italia dove era solito ritirarsi nella solitudine della “sua” isola Li Galli (al largo di Positano) e dove calcò numerosi celebri palcoscenici, è naturale che, mentre i teatri di tutto il mondo commemorano il duplice anniversario di Nureyev, un tributo particolarmente importante gli venga reso in Italia e, in particolare a Spoleto dove fu due volte: nel 1964, accanto alla Fonteyn in Raymonda (sua la coreografia) e nel 1984 ,accanto a Sylvie Guillem in un passo a due tratto da Apollo, balletto che Tributo a Rudolf Nureyev ripropone in forma integrale.

Dice Daniele Cipriani di Tributo a Rudolf Nureyev: “Sì, Rudolf Nureyev vive. La sua forte presenza aleggia tuttora nel mondo della danza, lui è il nume tutelare della mia attività. Nel luglio 2013 curai il primo Tributo a Rudolf Nureyev al Parco della Musica a Roma in occasione del ventennale della sua morte. La serata Apollineo e Dionisiaco, mio orgoglio, fa parte della storia del balletto in quanto unico spettacolo di danza mai tenutosi sull’isola Li Galli appartenuta a Nureyev.  Ma a prescindere dagli spettacoli legati specificatamente a lui, per chi come me idea, organizza e produce spettacoli di danza, Rudolf Nureyev è l’ispirazione a cercare sempre l’eccellenza e a proporla al pubblico.”